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Malessere da mestruazioni: Sindrome Pre-Mestruale

Aggiornamento: 16 gen

Vediamoci chiaro

Donna in età fertile che soffre di sindrome pre-mestruale
Donna che soffre di sindrome pre-mestruale


Cos'è la Sindrome Premestruale?


Il malessere da mestruazioni, la sindrome pre-mestruale (PMS) è un fenomeno complessao molto diffuso, si stima che colpisca tra il 20% e il 30% delle donne in età fertile, con un andamento variabile. Si caratterizzata solitamente per la presenza di più sintomi, anche se ne basta solo uno, che possono essere di natura fisica,emotiva o comportamentale, che si manifestano nella fase luteinica del ciclo mestruale e che si risolvono appena dopo l'inizio delle mestruazioni.


Tra i sintomi più comuni possiamo citare emicrania, cefalea, umore depresso, ansia, irritabilità, tensione al seno, gonfiore addominale, cambiamenti dell'umore e affaticamento, a volte può essere presente anche dolore.

I sintomi identificati in realtà sono addirittura 150 e possono combinarsi tra loro in maniera differente per cui è praticamente impossibile trovare due donne che abbiamo gli stessi sintomi.





Difficilmente esistono due donne con la stessa sindrome pre-mestruale.


A seconda della gravità dei sintomi la PMS può essere definita di grado:

  • leggero

  • moderato

  • severo


La salute mestruale è stata ampiamente studiata in letteratura ma i disturbi mestruali non vengono considerati meritevoli di un trattamento dal momento che sono di natura transitoria ed, in fondo, riguardanti le donne. In particolare, la sindrome premestruale (PMS) ed il disturbo disforico premestruale (PMDD) sono condizioni mediche poco trattate, nonostante siano molto diffuse, perché la diagnosi si basa sulla presenza di sintomi di natura soggettiva. Non esiste infatti ad oggi un test di laboratorio o segni clinici evidenti che permettano di diagnosticare facilmente queste due condizioni.



Fattori di Rischio e Cause


La predisposizione genetica, le fluttuazioni ormonali e lo stile di vita possono contribuire ai sintomi della PMS. Il crollo degli ormoni estrogeni e progesterone nella seconda metà della fase luteale sono considerate una delle principali cause.

Tempo fa si pensava che fossero le donne con insufficienti livelli di progesterone a soffrire di sindrome pre-mestruale. Paragonando invece i livelli di progesterone nel sangue di donne affette da PMS e donne sane è stato dimostrato come non fosse questo il problema.

Ad oggi non è chiara la genesi del disturbo: sembra che le fluttuazione ormonali di estrogeni e progesterone siano la chiave e che esista una soglia di sensibilità verso queste fluttuazioni diversa rispetto alle donne sane.


Dagli studi è emersa una forte associazione con il BMI: in particolare, le donne con BMI >27,5 kg/m2 hanno un rischio significativamente più alto di avere PMS rispetto alle donne con un BMI <20 kg/m2.

Anche il fumo sembra avere un'associazione negativa. L'attività fisica sembrerebbe avere invece un moderato effetto protettivo.


Riconoscere i Sintomi


Riconoscere i sintomi della PMS è il primo passo per affrontarli. E' di fondamentale importanza capire se i sintomi presenti hanno una chiara associazione con il ciclo mestruale: tenere un diario può aiutare a individuare se esiste una correlazione e se i sintomi emergono prelaventemente nel periodo che va dall'ovulazione fino a massimo i primi giorni di mestruazione oppure no. È fondamentale distinguere la PMS da altri disturbi nei quali soliamente i sintomi non mostrano una chiara e diretta correlazione con la fase pre-mestruale del ciclo, durante la quale possono comunque subire un peggioramento.



PMDD


Esiste una forma più severa di PMS, che colpisce una percentuale più ridotta di donne (1.2-6.4%) e che prende il nome di Disturbo Disforico Pre-mestruale (PMDD) caratterizzato dalla presenza di almeno un sintomo correlato all'umore come (ansia, irritabilità o sbalzi d'umore) di grado severo interferendo con la normale prosecuzione dell'atività scolastiva/lavorativa e sociale.



Gestire la Sindrome Premestruale


Esistono diverse opzioni di trattamento a seconda della severità dei sintomi.

Nei casi di PMS lieve o moderata i trattamenti di prima linea prevedono di agire, per almeno un periodo di 3 mesi, su:


  • Dieta: la riduzione dell’assunzione di alcool, caffeina e zuccheri semplici a favore dei carboidrati complessi aumenta il rilascio di serotonina;

  • Esercizio fisico: in qualità di stabilizzatore dell’umore;

  • Micronutrienti: vitamina B6 (utile al dosaggio di 100 mg/ die) calcio (influenza la neuromodulazione e quindi risulta utile nel trattamento di PMS alla dose di 1000-1200 mg/die), magnesio ad elevata biodisponibilità (citrato, pidolato, bisglicinato);

  • Fitoterapia le maggiori evidenze sono disponibili per agnocasto sulla mastodinia e l’adattamento allo stress (alla dose di 20-40 mg/die; agisce legandosi ai recettori D2 della dopamina, a quelli degli oppioidi e ai recettori ß degli estrogeni), ginkgo biloba (utile nel trattamento di diversi disturbi mentali, ha la capacità di migliorare la memoria, grazie alle sue proprietà antiossidanti; è stata dimostrata la sua efficacia se utilizzato durante la fase luteale); iperico (attraverso azione modulatrice sulla sintesi dei neurotrasmettitori; sintomi comuni quali gonfiore, desiderio di cibo, cefalea e faticabilità sono significativamente ridotti con utilizzo di compresse giornaliere da 900 mg); zafferano alla dose di 30 mg/die che agisce modulando l’azione dei neurotrasmettitori e lo stress ossidativo; altre sostanze di medicina complementare e alternativa sono ampiamente utilizzate, ma al momento mancano delle solide evidenze;

  • Terapie cognitivo-comportamentali (CBT):particolarmente indicate nelle donne affette da PMDD.



Nei casi più severi è possibile ricorrere alla terapia farmacologica, sicuramente i più utilizzati sono i:


  • Contraccettivi Ormonali Combinati (CHC): utili per ridurre i sintomi fisici ma non hanno portato a grandi benefici per quanto riguarda i sintomi depressivi.

Particolarmente interessante la possobilità di usare il principio attivo, Ulipristal Acetato (UPA), noto principalmente per il suo impiego come contraccettivo d'emergenza, per trattare le donne che soffrono di PMDD.


Conclusione


Sicuramente affrontare la Sindrome Premestruale può essere complesso: richiede ascolto,comprensione, pazienza e un approccio personalizzato. Le donne dovrebbero sentirsi di poter parlare liberamente di ciò che le riguarda e preoccupa e di esplorare diverse strategie per trovare ciò che funziona meglio per loro.


Se pensi di soffrirne basta aspettare, prendi in mano la tua salute.










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